Vincere l’ansia con uno strumento facile da applicare

Stabiliamo subito un principio basilare: l’ansia è paura. La paura è una delle due emozioni fondamentali, l’altra è l’amore. Da queste due emozioni scaturiscono tutte le altre sottoemozioni e tutti i sentimenti. Emozione è un mix di due parole: emo+azione, ossia l’azione del sangue (emo) in noi. Non è forse vero che se ho paura il mio cuore comincia a battere forte, il mio respiro diventa più ritmico, i miei peli si addrizzano, il mio stomaco si contorce? Etc. etc.  e la stessa cosa non avviene in amore? Ma allora cosa è che le differenzia? Semplicemente il fatto che una mi fa stare male, l’altra bene. Come dicevo da queste emozioni di scatenano sottoemozioni e sentimenti e il sentimento è semplicemente il movimento del sentire, collegato ai sensi. Proviamo a vedere un piccolo esempio insieme: ho paura di morire, allora si può instaurare l’ipocondria, la paura delle malattie, e comincio a pensare che forse ho una malattia seria, allora sento sensazioni strane nel mio corpo (corpo rumoroso), rimugino, ossia continuo a fare girare tutti i pensieri solo su questa paura, alla fine il mio corpo manda sempre più segnali e mi convinco di avere una malattia seria. Resto concentrato mentalmente solo su questo e i pensieri girano intorno a questo.  Stiamo solo cercando di capire cosa proviamo e come sentiamo per orientarci al meglio sul nostro interiore. Vi garantisco che la maggior parte delle persone non è esperta nel riconoscere ciò che prova e ciò che sente e tentare di prendere coscienza sulle emozioni e sui sentimenti è già un primo grande passo verso la consapevolezza e verso l’esame di realtà. L’ansia poi è sempre legata alla preoccupazione, quindi alla mente occupata prima (pre), ossia è futuristica l’ansia. Futuristica non in senso positivo, ma altamente negativo e ci fa stare perennemente nel rimuginio perché sostanzialmente lo vogliamo noi. Perché lo vogliamo? Perché siamo convinti che se rimuginiamo:

  1. Gestiremo meglio le situazioni
  2. Se ci preoccupiamo possiamo evitare situazioni terribili (mania del controllo)
  3. Con il rimuginio possiamo trovare soluzioni
  4. Se pensiamo ripetutamente ad una cosa non pensiamo a cose peggiori
  5. Se ci preoccupiamo eviteremo cose improvvise (sempre mania del controllo)
  6. L’ansia ci protegge dalle emozioni (evitamento emozionale)
  7. Se ci preoccupiamo possiamo addirittura controllare il nostro corpo e il nostro tempo

Nulla di più falso, queste convinzioni non sono altro che un continuo rafforzamento dell’ansia. L’ansia grazie a queste convinzioni diventa un pilastro della nostra vita.

Il rimuginio comporta emozioni di ansia e implica pensieri negativi e la forma di questi pensieri è il dialogo negativo con sé stessi riguardo a possibili minacce future. Cercate di imprimere bene questo: una mente ansiosa ragiona sempre per pensieri negativi sotto forma di dialogo interiore negativo, mentre chi ha un trauma ragiona per immagini spaventose. In entrambi i casi è tutto irreale. E ora lo spiegherò tecnicamente:

L’ansia è, sostanzialmente, un errore metacognitivo. Questi ultimi sembrano, spesso, dei paroloni incomprensibili, in realtà, sono paroloni usati per spiegare un meccanismo mentale molto semplice: dare per certo ciò che certo non è. In parole più semplici l’attivazione dell’emozione, dovuta ad un trigger (grilletto), quindi un pensiero,  viene vissuta come reale e non come percepita.

Proviamo a fare un semplice gioco per comprendere ciò che sto dicendo: focalizziamo la nostra attenzione sulla mano destra per 5 minuti, restiamo concentrati sulla mano destra per captare le sensazioni che ci manda, dopo un po’ comincerete a sentire che la mano si scalda, formicola, addirittura, se ci pensiamo, può mandare segnali di piccoli dolori, e tutto questo è solo percezione, non c’è nulla di reale. Capite quanto la nostra mente, appunto mente, ossia dice bugie, e capite quanto è potente il nostro pensiero e quanto gioca un ruolo determinante la nostra attenzione?

Provate ora a vedere quanto l’errore meta cognitivo gioca un ruolo dominante in alcune patologie:

Panico: pensiero di un infarto possibile, i sintomi fisici aumentano l’ansia perché vanno a confermare che l’evento sta avvedendo davvero. L’interpretazione errata agisce come moltiplicatore della paura stessa e arriva il panico.

DAG: pensare alla propria preoccupazione rappresenta la presa di coscienza della propria debolezza e quindi il preoccuparsi di tutto diviene giustificato.

Ipocondria: pensare ai segnali fisici ansiogeni alimenta la credenza di avere una malattia. Questo pensiero genera paura e a sua volta alimenta l’ansia in un circolo vizioso infinito.

Disturbo ossessivo compulsivo: si è spaventati dall’idea di poter essere travolti da un raptus che ci porterà ad azioni inconsulte e irresponsabili che non vorremmo mai compiere. Sopraffatto da questa paura interpretiamo l’ansia come una prova delle nostre capacità di controllo. Quindi l’ansia diventa una strategia di coping per combattere il DOC, il disturbo ossessivo compulsivo.

Un errore metacognitivo fa emergere sempre un’idea, ossia il pensiero che rimugina continuamente sullo stesso centro, come un vortice che gira su sè stesso avente un punto di equilibrio in basso che è la paura iniziale e fondante. L’uragano non ha forse un centro in basso e quando si scatena fa partire un vortice che travolge tutto? Ecco questa è l’ansia, un vortice irreale.

Lavoriamo sul pensiero per fare un attento esame di realtà e vincere l’ansia. Spostiamo il pensiero su ciò che davvero è reale, su ciò che ci fa stare bene e capirete che avrete solo percepito e pensato, pensato e percepito e non c’è nulla di reale e concreto.

Insieme proviamo a mettere in pratica questo piccolo, ma efficace metodo:

ELEMENTO ATTIVANTE (trigger): descrivete una situazione o elemento attivante che solitamente vi scatena ansia.

PENSIERI: Cosa pensate solitamente? (scrivete esattamente cosa pensate)

EMOZIONI: il pensare in questo modo cosa vi fa provare come emozioni? (scrivete esattamente le emozioni o i sentimenti)

AZIONI: cosa fate se pensate e sentite quello che avete scritto sopra?

STRASCICO: Alla fine cosa vi resta dentro?

Ora usiamo lo stesso metodo in modo più realistico, costruttivo e pacificante:

ELEMENTO ATTIVANTE: descrivete di nuovo, esattamente come prima, quale situazione o elemento vi scatena ansia

PENSIERI: Rispetto a prima che attivavate pensieri disfunzionali, cosa dovreste pensare per essere funzionali, quindi realistici e sereni?

EMOZIONI: se pensate questi pensieri funzionali, come vi sentite?

AZIONI: una volta scritti i pensieri funzionali e le emozioni susseguenti, cosa fate davvero?

STRASCICO: Cosa vi resta dentro alla fine?

Stante un trigger, quindi un elemento attivante, un “grilletto” tradotto in italiano, ciò che scatena il nostro malessere sono i pensieri disfunzionali erronei, quindi irreali. Fate uno sforzo per rendere tutto più reale e armonioso, e facendolo vi accorgerete che non sono altro che i pensieri irreali, dettati dalla paura, a scatenare il vortice della confusione cognitivo-emozionale-comportamentale.

Buon esame di realtà e lunga serenità

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